23 Febbraio 2014

Pochi mesi dopo aver comprato la reflex portai a termine il mio primo “progetto” fotografico. Progetto è un parolone, adesso direi più “giochino”, o "passatempo", ma per tener fede all’entusiasmo di allora continuerò a chiamarlo così: progetto.

Il progetto altro non era che un atto d’amore nei confronti di “Canzoni da spiaggia deturpata”, album de “Le luci della centrale elettrica” in cui Vasco Brondi deturpa le “canzoni da spiaggia” del titolo (quelle cose allegre da strimpellare con la chitarra attorno ai falò di ferragosto) con poesie notturne, piccole, provinciali, malinconiche, nere, rassegnate, che con una carrellata di immagini drogate e oniriche descrivono un mondo che vive nelle piccole storie di chi lo abita.

Volli fare la stessa cosa con le fotografie: presi l’idea di spiaggia - topos da cartoline, solare, allegro, turisti, bagnanti e ragazzini urlanti - e a modo mio la deturpai. Tentai di renderla surreale, astratta. Ma la “deturpazione” consisteva anche (e forse soprattutto) in una post-produzione pesantissima, colori inverosimili, cornici, vignettature esagerate. Assegnai a ogni foto il titolo di una canzone dell'album et voilà: nacque “Foto da spiaggia deturpata”.

Per come vedo oggi la fotografia non potrei più fare niente di simile, ma rimango legatissimo a questo mio primo, elementare e ingenuo progetto, a suo modo stupendo perché sfrontato e nato da un entusiasmo che col tempo trovo sempre meno.
E il fatto che probabilmente non farò mai più le cose in quel modo lo rende assolutamente unico.

1 - Lacrimogeni
2 - Per combattere l’acne
3 - Sere feriali
4 - Stagnola
5 - Piromani
6 - La lotta armata al bar
7 - La gigantesca scritta Coop
8 - Fare i camerieri
9 - Produzioni seriali di cieli stellati
10 - Nei garage a Milano nord

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