Padova, Gennaio 2019.

Torni da un viaggio: come lo racconti?

A voce, dico. Di esperienze, volti, scene, dettagli, impressioni ne hai a migliaia. Inizi un aneddoto che te ne fa ricordare un altro che si lega a un altro ancora seguendo un tuo fil rouge. Ma non puoi raccontare TUTTO, e se anche fosse possibile i tuoi ascoltatori dormirebbero dopo 2 minuti perché a nessuno interesserebbe gran parte di ciò che dici: fai compromessi e giungi a una scelta, qualcosa racconti, qualcosa sta fuori.

Di solito gli album di viaggio li lascio secondo la linea temporale delle foto scattate, qua per una volta ho giocato a costruire un percorso per immagini costruito come fosse un lungo racconto: c'è un inizio e una fine, una foto porta a un'altra seguendo un qualche collegamento fino a formare un'unica storia, a volte seria e altre scema, malinconica o anche banale, ma sempre personale.

Sono tornato da New York con circa 1600 fotografie. C'era dentro di tutto: dal "cestinare immediatamente" al "non male, dai" passando per mini progetti interni, foto-ricordo classicissime, cose più sperimentali, street della qualunque. Ho iniziato una serie di gironi a eliminazione sudando sette camicie per stringere a 150 e poi ancora a 120 fotografie, ma non riuscivo a trovare la quadra per l'ordine finale, il mio fil rouge, e dopo aver provato al computer decine di sequenze diverse e perso ore di vi(s)ta davanti allo schermo ho deciso di tornare ai vecchi piaceri di un tempo e stampare queste 120 sopravvissute. Ho iniziato a spargere foto sul tavolo, farmi schemi, dividere in gruppi. A queste immagini ero già legatissimo: mi dispiaceva eliminare quelle al primo girone, figuriamoci le finaliste. Ma sono arrivato a tagliarne un'altra trentina. E ne sono rimaste 88.

Queste 88.

Anche queste hanno cambiato ordine più volte, e sicuramente altre sequenze ancora sarebbero possibili, forse anche migliori. Ma sono arrivato a quello che nella mia testa è un racconto organico, e tanto mi basta. Adesso mi succede come quando ascolto un disco che so a memoria quando finisce una canzone e mi canticchio quella successiva prima ancora che inizi perché ne conosco l'ordine: per una qualsiasi di queste foto so cosa segue, cosa precede e perché.

A questo punto ci sarebbe da parlare di criteri di scelta e di eliminazione, di princìpi che legano un'immagine all'altra, di come certe foto che non dovrebbero essere qui hanno fatto a spallate per rimanerci mentre altre non così speciali son dovute restare per fare da raccordo, di come mi è stato d'aiuto vedere le foto con altre persone, della bellezza della carta che stiamo dimenticando, delle ispirazioni, dello stress e del divertimento di tutto il processo...

Ma lascio tutto ciò alla curiosità e alla fantasia di chi voglia sfogliare questa storia e farsi cullare dalle immagini.
New York City, Agosto 2018.

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